Certe piccole notti
Versione stampabileSend by emailVersione PDF

Era il 31 maggio sera del 1988 o forse il 1989.
Ero davanti il leggendario Bar Sport che ora non c'è più (uno dei classici Bar storici che poi con pena di molti chiude dopo secoli di onorata carriera). Su quel bar si potrebbero scrivere post sterminati, ma qui non andrò oltre.
Avevo 12 o 13 anni. Assaporavo per la prima volta il gusto di uscire la sera e fare ritardo, l'autonomia che cominciava, il poter trasgredire l'orario che mia madre mi aveva dato. Cominciavo a sperimentare i primi "paliatoni" (trad.: tante botte) con mia madre che aspettava silenziosa come un gatto dietro la porta pronta all'agguato armata di pantofola e sempre con la stessa frase "domani chiamo e te la viri cu patito!!!" (trad.: te la vedi con tuo padre) sentenza scandita lentamente sillaba per sillaba al ritmo delle pantofolate sulla mia colpevole schiena.
Crescevo in quei giorni e vedevo, facevo e capivo cose per la prima volta in assoluto.
In quel Bar Sport mi ricordo una sera, appunto il 31 maggio, in cui provai un senso di accresciuta consapevolezza delle cose. Percepivo distintamente che quelli che scorrevano e quelli che sarebbero arrivati di lì a poco erano i giorni più belli ed entusiasmanti della mia vita.
Poi, dal Juke Box del Bar Sport qualcuno inserì la cento lire (o forse 200, non ricordo) e fece partire questa canzone

 

Adoro le coincidenze, chi non le ama...

Si stava facendo tardi, il clima di quel maggio, contrariamente a queste settimane, era mite e piacevolmente godibile. Sapevo che stavo facendo tardi e l'ansia che mi provocava mi dava una leggera eccitazione. Mi piacque pensare che la canzone che passava per caso nel Juke Box parlava proprio di quella serata, del 31 di maggio, mentre passavo dalla pubertà all'adolescenza, e avvertivo un'inconfondibile felicità di stato.

Pensai: "è un momento speciale, devo ricordarmi per sempre di questo momento".

E così è stato. Ancora oggi nel 2013 (data allora nemmeno pensabile), come ogni 31 maggio, ripenso a quel momento e a quella canzone, fissati nella memoria, come dei fotogrammi indelebili.

Pochi altri sono stati i momenti così. Poi un giorno, se vi piacerà leggermi, vi parlerò anche degli altri.

 

Folco Sbaglio